La Commissione Europea non si è opposta alla legge irlandese che rinnova l’etichettatura delle bevande alcoliche. Sulle bottiglie di vino, birra e liquori vendute in Irlanda sarà dunque obbligatorio scrivere frasi del tipo l’alcol è direttamente collegato a tumori mortali, come già accade per le sigarette. L’Italia, che con l’esportazione di vino guadagna oltre 14 di miliardi di euro all’anno, ha protestato formalmente insieme ad altri 8 Paesi UE. Micaela Pallini, presidente di FederVini ha definito la legge dell’Eire “discriminatoria e sproporzionata”, perché non distingue tra abuso e consumo”
Qualsiasi consumo di alcol provoca il cancro
L’alcol – detto più propriamente, etanolo – provoca il cancro. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro lo considera di “classe1”, una sostanza cioè per cui esistono precise evidenze di cancerogenicità per l’uomo, al pari del plutonio e dell’amianto. Non esiste una quantità sicura: secondo la letteratura scientifica qualsiasi quantità di alcol – indipendentemente dalla qualità – possiede il rischio di sviluppare tumori. L’unico modo per raggiungere il rischio zero è astenersi completamente dal consumo di bevande alcoliche.
Il rischio esiste quindi anche con quantità molto lontane dal cosiddetto abuso. Secondo l’Istituto superiore di sanità, ad esempio, bere un bicchiere di vino ogni giorno nel 2018 ha causato più di 4.600 tumori al seno nelle donne nella regione europea dell'OMS. Bere 50 g di alcol al giorno (circa 5 bicchieri di vino) aumenta invece il rischio di cancro al colon-retto del 10-20%. L’etanolo è considerato causa di almeno 7 tipi di tumore: bocca, esofago, gola, laringe, fegato, colon e seno.
In Italia la legge quadro sull’alcol (la 125 del 2001) vieta che le pubblicità di bevande alcoliche e superalcoliche attribuiscano efficacia o indicazioni terapeutiche, a meno che non siano espressamente riconosciute dal Ministero della Salute. L’informazione però è scarsa. Secondo la Fondazione Veronesi solo al 16% dei pazienti italiani il medico di famiglia chiede se bevono e solo il 14% riceve consigli su come ridurre il consumo di alcol. Secondo l’OMS è l’industria dell’alcol sta ostacolando il raggiungimento di una corretta informazione.
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